Ed ora la seconda parte del mio viaggio...
Dopo una settimana a scorrazzare per Tokyo e dintorni, venerdì sera 11 ottobre vado con degli amici in un izakaya e parlando del più e del meno, tra una battuta e l'atra, salta fuori l'argomento tifone, "Potrebbero anche non farti partire sai? Tokyo è in grande allarme!" mi dicono. Il tifone era previsto proprio per il giorno dopo, sabato, ma io partivo domenica quindi non vedevo nessun problema, inoltre tutto era tranquillo, o così sembrava... e fuori a malapena pioveva.
Verso le 23 vado a fare un pò di spesa in uno dei negozi della catena Don Quijote e subito mi rendo conto che c'è qualcosa che non va. Era pieno di gente presa dalla frenesia nel reparto alimentare, che si urtava, che correva o che svuotava gli scaffali. In quel momento, molto ingenuamente non avevo capito ma la gente stava dando i numeri per l'arrivo il giorno dopo del tifone. Così faccio quello che doveva essere il mio ultimo giro notturno di shopping e mi metto in fila per le interminabili e così inconsuete code alle casse.
E' mattina, esco e vado in centro a Shinjuku, tutti i negozi sono chiusi, alcuni sbarrati, con sacchi di sabbia contro le porte, vetri coperti con cartoni, con nastro adesivo, teli. Sono chiusi anche quasi tutti i konbini, non capisco, piove... e basta, ma tutto sto casino per due gocce d'acqua?
Prima del tifone che dovrebbe farsi sentire nel pomeriggio, decido di andare a fare un giro alla Tokyo station, lì i negozi sono tutti interrati, di certo aperti, che gli frega del tifone sotto terra?!
Prendo la metro, semi deserta, mai vista così! Arrivo alla Tokyo station, mi addentro nei corridoi, scendo e salgo scale, niente, tutto chiuso! Non me ne capacito torno su esco e piove a dirotto, qualche turista con la faccia nera sosta sotto le pensiline. I treni, tutti cancellati, gli accessi chiusi. Riscendo dalla parte opposta, stessa cosa, tutto deserto, arrivo alla piazza sotto la stazione e mi rendo conto di quanto sia enorme, completamente vuota e senza segno di vita alcuno. Una leggera agitazione. Lì inizio a realizzare che forse ho preso la cosa troppo alla leggera e mi viene in mente la metro vuota, i treni cancellati, mi giro e faccio tutto il percorso al contrario, torno fuori e attraverso nuovamente la piazza, con la pioggia a vento che mi inzuppa in pochi minuti e riscendo verso ma metro. Adesso ho il terrore che chiudano anche quella, trovarmi al centro di Tokyo lontano dal mio hotel e senza modo di tornare, ho veramente sottovalutato la cosa...
Quasi corro, arrivo alla metro e per fortuna ancora funziona, mi ci butto dentro e riparto alla vota di shinjuku. Dopo qualche corsa la avrebbero chiusa.
Torno in hotel e davanti alle porte della hall hanno sistemato sacchi e sacchi di sabbia, noto che due delle tre sale conferenze sono state aperte, varie persone, famiglie, gruppi, bambini, con coperte fornite dall'hotel, sono sedute a terra o sulle sedie, con la valigie o solo con dei sacchetti, alcuni mangiano altri bevono, i bambini giocano. Col senno di poi, quelli erano probabilmente clienti dell'hotel che avevano lasciato le stanze e che sarebbero dovuti ripartire quel giorno, ma avevano avuto treni, autobus e aerei cancellati.
Torno in camera e mi ci chiudo dentro, non mi resta che aspettare che il tifone passi e non faccia danni...
Dovendo partire la mattina dopo, preparo la valigia. La mattina del giorno successivo verso le otto vorrei fare il check out all'hotel per arrivare di buon'ora all'aeroporto di Narita.
Il mio volo di ritorno: il 13 ottobre AZ785 delle 13:15 Tokyo Narita con arrivo a Roma Fiumicino alle 19:00. CANCELLATO.
Verso l'una di notte (ora di Tokyo) mi arriva un messaggio sul cellulare da Alitalia che a seguito del tifone mi informa che il mio volo è stato cancellato!
Ammetto che attraverso momenti di angoscia e perché no, pure di follia.
Non ho più soldi essendo all'ultimo giorno di viaggio e devo liberare la camera che ho occupato per una settimana di lì a poche ore.
Mi attacco al telefono e contatto Alitalia, dopo diversi tentativi, l'operatore mi informa che, siccome il mio è un biglietto premio, non mi può aiutare ne può assegnarmi un nuovo volo. Dovevo attendere l'apertura dell'ufficio in Italia che si occupa dei punti millemiglia, perché solo loro possono intervenire sui biglietti premio, ma questo avrebbe comportato per me attendere le 16 del giorno seguente a causa del fuso orario. Se avessi avuto un biglietto acquistato normalmente mi avrebbe potuto riassegnare subito un posto ma in questo caso non era possibile. Completamente nel panico decido di andare comunque in aeroporto la mattina dopo per guadagnare tempo. Gli sportelli Alitalia di Narita sarebbero stati aperti e, non volendo aspettare fino alle 16 per evitare che finissero i posti sostituivi, mi metto in viaggio verso l'aeroporto. A Shinjuku station il Narita express di cui avevo il biglietto, è soppresso, pare che la linea si sott'acqua!
La signorina mi dice che, forse, da Ueno parte il Kaisei Sakyliner, usa una linea diversa forse ancora funzionante. Mi trasferisco con le valigie da Shinjuku a Ueno, ricompro il biglietto e riesco ad arrivare in aeroporto.
Faccio appena in tempo ad arrivare agli sportelli di Alitalia e parlare con del personale di terra, chiedo un nuovo volo, me ne assegnano uno quattro giorni dopo, mi sento morire! A quel punto chiedo di avere un volo prima ma mi dicono che sono tutti occupati, i posti sono finiti, provo a spostarmi su Milano, stessa cosa. Mi faccio fare comunque il biglietto per evitare di perdere anche quella data, sperando di poterla anticipare con l'apertura degli uffici italiani.
Dopo pochi minuti, le due o tre persone Alitalia che erano agli sportelli spariscono e non si faranno più rivedere, chiedo al personale di Narita perché non ci sia qualcuno della compagnia che risponda ai viaggiatori che come me continuavano ad arrivare per avere aiuto e non trovano nessuno. La risposta del personale dell'aeroporto è: Non ho idea del perché in un momento simile non ci sia nessuno di Alitalia agli sportelli della compagnia.
Sconsolato e completamente fuori controllo rimango diverse ore seduto davanti agli sportelli aspettando le 16, ma ovviamente anche coì non è stato possibile anticipare il volo.
Inizio a elaborare quello che sta succedendo, la situazione, devo valutare il da farsi, prima decido di dormire in aeroporto aspettando il miracolo per il giorno dopo, ma sento che molte persone sono già da due giorni a dormire per terra aspettando un volo che non parte mai.
つつく
(continua...)
つつく
(continua...)